Viaggio al centro del pleinair

Un itinerario insolito nella Francia nord-occidentale che prende il via dalle storiche città e dai misteriosi ritrovamenti megalitici della Bretagna e si chiude con le memorie regali del castello di Angers, nella regione della Loira. Non senza toccare Nantes, città natale di Jules Verne, che al celebre romanziere dedica una serie di spettacolari creazioni ispirate ai suoi mondi immaginari.

Indice dell'itinerario

La meta classica per un viaggio nella Francia settentrionale, oltre alle spiagge di Normandia rese famose dallo sbarco delle forze alleate alla fine della Seconda Guerra Mondiale, è senz’altro Mont-Saint-Michel, sede di una delle abbazie benedettine più note d’Europa, situata sulla sommità di una collina che con l’alta marea diventa un’isola in mezzo all’oceano. Ma trovandosi da queste parti non mancano certo le occasioni per prolungare il soggiorno: basta spostarsi di pochi chilometri per trovare città d’arte, memorie storiche e moderne realtà nelle quali la fantasia trasforma la visita in un’esperienza ricca di emozioni.

La città giardino

Rennes, il settecentesco Palazzo del Municipio
Rennes, il settecentesco Palazzo del Municipio

Fondata dalla tribù celtica dei Redoni, Rennes è la capitale bretone oggi più conosciuta per essere sede dell’industria automobilistica Citroën. Questo centro urbano vanta ben 820 ettari dedicati al verde per una popolazione di circa 210.000 abitanti. In tal senso, un ottimo biglietto da visita per l’abitar viaggiando è rappresentato dal Camping des Gayeulles, immerso in un vasto parco nel quale è possibile svolgere numerose attività all’aria aperta: una valida soluzione logistica posta a dieci minuti dal centro, raggiungibile con i bus cittadini.

Con tale mezzo raggiungiamo Parco Thabor, l’antico frutteto dei monaci di Saint-Melaine. L’ampio spazio verde, ricordato anche da Stendhal nel suo Memorie di un turista del 1838, è un magnifico giardino che dal Settecento è stato continuamente ampliato fino a raggiungere l’attuale estensione di dieci ettari. Fra il roseto, che vanta una straordinaria varietà dello splendido fiore, il giardino botanico, il parco all’inglese e alla francese sono inserite interessanti opere architettoniche quali la voliera e il padiglione per l’orchestra.

Lasciata quest’oasi di tranquillità, ci dirigiamo verso la parte antica di Rennes soffermandoci dapprima ad ammirare, nella vicina piscina Saint-Georges, i colorati mosaici in stile art déco firmati da Isidore Odorico, artista di origine italiana e, poco più innanzi, il grande palazzo abbaziale fatto costruire nel 1670 dalla badessa Madeleine de la Fayette. Man mano che continuiamo a inoltrarci nell’antico abitato aumenta l’animazione nelle strade, affollate soprattutto da giovani universitari provenienti da tutto il mondo. Siamo nei pressi del Parlamento di Bretagna, l’imponente costruzione seicentesca sopravvissuta a ben due incendi, oggi sede della Corte d’Appello. Con una visita guidata è possibile ammirarne gli interni fra i quali risalta, per ricchezza di fregi e decorazioni dorate, la Grand’Chambre.

Proseguendo su Rue Lafayette passiamo da Place du Champ-Jacquet che, come la vicina Place Sainte-Anne, conserva case a graticcio ricostruite dopo l’incendio del 1720 che distrusse novecento abitazioni del centro storico. In Place des Lices ogni sabato si svolge uno dei più grandi mercati di Francia: ne approfittiamo per girovagare fra i banchi di oltre trecento produttori regionali consumando una galette-saucisse, tipico spuntino locale costituito da una salsiccia grigliata avvolta in una sorta di crêpe salata.

Da qui, attraversando le turrite Porte Mordelaises e inoltrandoci fra silenziose stradine con targhe in bretone e francese, raggiungiamo la cattedrale di Saint-Pierre. Proseguendo su Rue des Dames, tappa d’obbligo è la quattrocentesca cappella in stile gotico di Saint-Yves, appartenente all’antico ospedale che oggi ospita l’ufficio del turismo e una mostra permanente sulla città. Nelle immediate vicinanze troviamo la piazza del Municipio, con l’omonimo edificio del 1734 legato all’indelebile ricordo della Rivoluzione Francese, dalla caratteristica facciata rientrante, contraltare di quella convessa del teatro dell’opera, posto di fronte. Siamo or- mai al confine tra il vecchio borgo e il nuovo abitato, un limite segnato da viali sotto i quali scorre il fiume Vilaine. In questo spazio pedonale è sorta la cosiddetta Biblioteca dei Vegetali, un originale e ampio arredo urbano in cui moltissime varietà di piante sono esposte all’aperto e ordinatamente classificate su scaffali, come fossero libri da consultare.

Passiamo sull’altra sponda del fiume e, superato il liceo Emile Zola dove si tenne il secondo processo dell’affare Dreyfus (in difesa dell’ufficiale accusato di spionaggio nel 1894 e prosciolto ben dodici anni dopo, lo scrittore pubblicò un editoriale in forma di lettera aperta al Presidente della Repubblica sul giornale L’Aurore denunciando con il famoso j’accuse le irregolarità commesse nel corso del procedimento giudiziario), imbocchiamo Avenue Jean Janvier che ci conduce nella grande Esplanade du Général de Gaulle. Qui si respira immediatamente un’aria di modernità, testimoniata da opere pubbliche tra le quali spicca la grandiosa multisala progettata dall’architetto Christian de Portzamparc, autore anche de Les Champs Libres, un avveniristico centro culturale nel quale sono inseriti il museo di Bretagna e lo spazio delle scienze con il planetario e la biblioteca. Terminata questa passeggiata nel futuro, non ci resta che raggiungere la vicina stazione ferroviaria, capolinea del bus che ci riporta al campeggio.

Gli architetti della preistoria

Risalenti all’età neolitica, gli allineamenti di Carnac costituiscono uno dei complessi megalitici più grandi del mondo
Risalenti all’età neolitica, gli allineamenti di Carnac
costituiscono uno dei complessi megalitici più grandi del mondo

Non possiamo ignorare di essere molto vicini a uno dei siti preistorici più famosi al mondo, quello di Carnac, per cui decidiamo di rivolgere la prua in quella direzione imboccando la strada per Lorient. Ma dopo aver percorso appena trenta chilometri s’impone una sosta nel villaggio di Paimpont, che ci accoglie con un ampio parcheggio dove è possibile pernottare, posto dinanzi all’omonima abbazia scenograficamente protesa su uno specchio d’acqua. Il paese è punto di partenza per le escursioni nella foresta di Brocéliade alla scoperta della tomba di Mago Merlino (segnalata da cerchi concentrici di pietre), della fonte dell’eterna giovinezza di Barenton e del tempio del Graal, ovvero l’abbazia di Tréhorenteuc.

Superata Vannes, con il porto insinuato fra le case medioevali, giungiamo finalmente in vista della nostra meta e seguendo le indicazioni ci ritroviamo nel parcheggio della Maison des Mégalithes. Il biglietto d’ingresso permette di passeggiare tra i monoliti in piena libertà o, con un piccolo supplemento, accompagnati da una guida. Gli allineamenti di Carnac si estendono quasi ininterrottamente per quattro chilometri su un pianoro gremito da oltre tremila rocce, allineate su tre o quattro file, infisse verticalmente nel terreno. Circondati da questi giganti di pietra, istintivamente ci chiediamo come e perché i nostri antenati avessero scelto di affrontare una simile fatica.

Mentre gli studiosi hanno facilmente risposto alla prima domanda, il mistero persiste per il secondo interrogativo che la gente comune ha invece semplicemente risolto con la leggenda di San Cornelio: la trasformazione in pietre dei soldati romani che inseguivano il santo. Non sono comunque mancate ipotesi più scientifiche, e quella maggiormente accreditata indica le file di menhir quali grandi viali che conducevano ai luoghi sacri. Del complesso neolitico, in cui sono inseriti alcuni dolmen, fanno parte quattro aree, Le Ménec, Kermario, Le Manio e Kerlescan, costeggiate dalla D196 lungo la quale si trovano diversi campeggi e spazi di sosta.

Lasciamo questo luogo misterioso e ci spostiamo nella vicina frazione di Cloucarnac per ammirare il Tumulus Saint-Michel, un sito rilasente a vecchio di 4.500 anni fa, purtroppo chiuso per restauro al momento della nostra visita. Non ci rimane allora che visitare la sovrastante cappella di Saint-Michel, dove una tavola d’orientamento ci aiuta a individuare il paesaggio circostante.

Da qui potremmo raggiungere direttamente un altro famoso sito megalitico, Locmariaquer, ma preferiamo percorrere la strada costiera che ci farà attraversare Carnac per dirigerci verso le sue spiagge. Superata la marina di Men-Du, continuiamo a seguire, per quanto possibile, le carrabili non sempre agevoli della costa fino alla spiaggia di Kervillen, che dispone di un parcheggio con sosta limitata a sei ore, e quella più selvaggia di Kerbihan (sosta vietata ai camper, anche se presenti): un tragitto di pochi chilometri punteggiato da campeggi, aree di sosta e di pic-nic, piste ciclabili e antiche saline.

Proseguiamo per Trinité-sur-Mer, uno dei porti turistici più affollati della zona, e attraversato il ponte di Kerisoer ci immettiamo sulla D781 in direzione Aurey, seguendo le indicazioni per Locmariaquer. Nel sito troviamo il più grande menhir mai eretto dall’uomo: alto più di venti metri e pesante 280 tonnellate, è un unico blocco di granito, un tipo di roccia non originario di questa penisola. Abbattuto per cause ancora sconosciute, giace a terra spezzato in quattro tronconi e circondato dalle tracce delle originarie posizioni di altri diciotto monoliti. Secondo gli studiosi si tratta di un percorso sacro che, molto probabilmente, conduceva alla coeva Table des Marchands, posta più avanti. Si accede all’interno di questo dolmen attraverso uno stretto corridoio che si allarga man mano che ci si avvicina alla sala contenente la tavola: una lastra di forma ogivale ricoperta dalla raffigurazione di un’ascia e da tanti, piccoli archi incisi sulla roccia, secondo gli archeologi simboli legati alla spiritualità dei primitivi abitanti.

Incontro di due mondi

L’abbazia di Paimpont
L’abbazia di Paimpont

Lasciamo queste meraviglie del passato e da Vannes imbocchiamo l’autostrada E60 per Nantes, rivelatasi una vera sorpresa. Inconsapevolmente ci attendevamo una città legata all’unica notazione storica che conoscevamo, derivante da reminiscenze scolastiche: il famoso Editto di Enrico IV, re di Francia, emanato per porre fine alle guerre di religione tra cattolici e ugonotti. Invece, pur conservando importanti testi- monianze della sua storia medioevale, ci siamo trovati di fronte a un dinamismo culturale che all’insegna dell’eco-sostenibilità ha reso moderno questo capoluogo.

Già l’agevole mobilità interna è una buona presentazione per ogni turista: due campeggi dislocati rispettivamente sulla Loira e sull’Erdre, i due fiumi che l’attraversano, possibilità di bici a noleggio e non ultimo il Pass Nantes, un passa- porto turistico con validità e costi diversi da utilizzare per i trasporti pubblici e fluviali, l’ingresso a musei e castelli e per usufruire di visite guidate e di sconti in negozi convenzionati. Con quest’ultima soluzione iniziamo la nostra esplorazione del centro storico. Dal camping du Petit Port il bus ci lascia nei pressi di Place Graslin, nella quale oltre al teatro neoclassico, ornato da otto colonne, vi è un altro importante monumento storico. Si tratta de La Cigale, un’elegante birreria – oggi anche caffetteria – dove consumare una prima colazione respirando aria d’altri tempi tra i suoi mosaici e arredi in stile liberty. Da qui ci inoltriamo nel passaggio Pommeraye, una galleria coperta costruita nel 1843 per collegare, con una monumentale scalinata che attraversa tre piani, affollati di negozi in stile, la parte alta della città al porto.

Abbandonata quest’atmosfera da Belle Époque, percorriamo la commerciale Rue de la Fosse dove si trova il più vecchio negozio di Nantes, la cioccolateria Debotté, che dal 1850 produce ancora secondo l’antica ricetta artigianale gli squisiti mascaron. Sfociamo quindi in Place Royale, occupata centralmente dalla fontana in granito con statue raffiguranti la città e i quattro affluenti della Loira, dietro alla quale si staglia l’alto campanile della chiesa di San Nicola. Siamo vicini all’isola Feydeau, ormai annessa alla terraferma con opere di riempimento; i palazzi di tufo e granito, ornati da mascheroni e balconi in ferro battuto, testimoniano la ricchezza degli armatori locali che nel XVIII secolo praticavano il disumano commercio di schiavi in cambio di prodotti coloniali.

Oggi i magazzini che un tempo accoglie- vano zucchero, cacao, caffè, pepe e legnami pregiati hanno lasciato il posto a bar e ristoranti. E sempre qui, al civico 4 del vicino Cours Olivier de Clisson, nel 1828 nacque Jules Verne, il famoso creatore di fantastiche avventure. Prima di entrare in questo mondo immaginario, resta da completare la conoscenza di altri importanti monumenti di Nantes, tra cui la cattedrale di San Pietro e Paolo e il castello dei duchi di Bretagna, entrambi nel quartiere Bouffay. Nel primo edificio, dalla facciata gotica simile a quella di Notre-Dame di Parigi, riportata all’antico splendore dopo gli incendi del 1972, è custodita la tomba in marmo di Francesco II e Margherita di Foix, genitori della regina di Francia, Anna di Bretagna. Ed è una sua statua in bronzo ad accogliere i visitatori del maniero, residenza e fortezza militare del XV secolo. L’imponente struttura di granito, restaurata e riaperta al pubblico nel 2007, ospita il museo della storia cittadina e offre la possibilità di effettuare una panoramica passeggiata sulle mura.

Con un percorso di dieci minuti in traghetto decidiamo di sbarcare a Trentemoult, nell’Île de Nantes. In questo vecchio villaggio di pescatori caratterizzato da vicoletti e case colorate ci fermiamo a La Civelle, un ristorante molto frequentato affacciato sulla Loira, per gustare alcune specialità di mare accompagnate dall’imperdibile Muscadet.

Passeggiando sulla punta ovest, nell’area degli ex cantieri navali, osserviamo da lontano un enorme elefante che sbuffa e barrisce. Solo avvicinandoci ci rendiamo conto che il corposo pachiderma è una complessa macchina pesante 50 tonnellate che aziona testa, proboscide e le possenti zampe per trasportare i passeggeri sistemati sul dorso e lungo i fianchi a osservare dall’alto dei suoi dodici metri il panorama cittadino al di là della Loira. A questa prima realizzazione ne faranno seguito altre sempre ispirate ai romanzi di Verne, come il calamaro gigante, la tartaruga-giraffa, il serpente dei mari, che vedranno la luce nei prossimi anni.

Per il momento nei vecchi capannoni di saldatura assistiamo all’avanzamento dei lavori, mentre nella galleria delle macchine entriamo fisicamente nei racconti fantastici montando a bordo di alcuni prototipi. All’uscita ci attende un’altra opera in via di ultimazione, l’albero degli aironi, un’architettura metallica di 50 metri di diametro che sarà sormontata da due trampolieri per portare gli spettatori in volo di ramo in ramo, tra giardini sospesi. Al calare della sera lasciamo questo luogo straordinario illuminato dalle luci colorate degli anelli di Buren, il poliedrico artista che insieme ad altri famosi architetti ha contribuito a trasformare l’isola di Nantes da simbolo dell’attività navale in un polo di attrazione turistico e culturale.

Nella terra degli Angiò

Angers, panorama sul fiume Maine
Angers, panorama sul fiume Maine

Il viaggio prosegue verso la nostra ultima tappa, Angers, distante un centinaio di chilometri. Il suo monumento più famoso è senz’altro il castello, una massiccia fortezza di scisto e calcare protetta da un lato dal fiume Maine, sul quale affaccia a strapiombo, e dagli altri tre lati da ben diciassette torri che punteggiano la cinta muraria, lunga un chilometro. Costruita nel XIII secolo, divenne successivamente residenza dei duchi di Angiò che l’arricchirono facendo erigere all’interno delle mura la dimora reale, una cappella e i giardini pensili. Superato il ponte levatoio, entriamo nel cortile in cui sono evidenti i lavori di restauro alla dimora reale, distrutta da un incendio nel 2009.

Da questo spazio verde raggiungiamo il cammino di ronda che contorna i bastioni, godendo di una veduta panoramica della città contornata dal fiume, con l’antico fossato ricoperto da colorate aiuole. Ma la nostra attenzione è rivolta alla Galleria dell’Apocalisse, un edificio costruito appositamente nel 1954 per preservare la monumentale tappezzeria voluta da Luigi I, duca d’Angiò, nel 1375. Oltrepassato l’ingresso, è necessario qualche minuto di acclimatazione prima di abituarsi alla differenza di temperatura e alla penombra, elementi necessari alla conservazione del prezioso manufatto. Quasi senza soluzione di continuità, addossati a una parete sono esposti i pannelli che compongono l’arazzo, lungo 106 metri (in origine ne misurava 140) e alto quattro e mezzo. Realizzato in sette anni e ispirato all’Apocalisse di Giovanni, i vari quadri illustrano le devastazioni conseguenti alla Guerra dei Cent’Anni.

Alle spalle del castello si apre la parte antica della città che conserva ancora cinquanta edifici a graticcio come l’elegante maison d’Adam, in Place Sainte-Croix, costruita intorno al 1500, che accoglie nei locali del piano terra un fornito negozio di prodotti artigianali. Nelle immediate vicinanze si erge la cattedrale di San Maurizio, un tempo depositaria delle tappezzerie dell’Apocalisse, dalla maestosa facciata culminante con tre slanciate torri; di particolare interesse sono le vetrate, le più antiche risalenti al XII secolo.

Castello di Angers
Castello di Angers

A cinque chilometri da Angers si trova la distilleria del famoso Cointreau. Ci rechiamo quindi nella zona industriale di Saint-Barthélemy-d’Anjou per una breve visita allo stabilimento dove, colpiti immediatamente dal diffuso profumo di arance, ci viene illustrata la parte non segreta della procedura per ottenere il liquore. Le ultime ore di permanenza in questa provincia le dedichiamo al nuovissimo parco tematico Terra Botanica. Aperto nel 2010, si prefigge di promuovere la conoscenza del mondo vegetale con attività ludiche e pedagogiche.

Migliaia di piante ricoprono i diciassette ettari dell’area posta a Cantenay-Épinard (a nord di Angers sulla D107) dove l’ampio parcheggio può accogliere, oltre alle autovetture, anche trenta camper per la sola sosta diurna. Giriamo in completa libertà fra le oltre quaranta postazioni che attraggono facilmente sia adulti che bambini. Così, mentre gli appassionati di floricoltura si soffermano a esaminare attentamente ogni singola pianta e ogni fiore, per i più piccoli e non solo c’è la possibilità di apprendere, giocando, i segreti della natura. E come tanti, anche noi saliamo a bordo della barca elettrica per un giro sui canali e sul guscio di noce che, muovendosi a forza di pedalate su una monorotaia, ci fa viaggiare sopra la vegetazione. Questa capacità di creare strutture che permettono di imparare divertendosi è una delle cose che ci ha maggiormente colpito. E se aggiungiamo i colori e i profumi di un territorio che presenta un’incredibile miscela di arte, storia e suggestioni letterarie, possiamo dire che il nordovest dell’Esagono di sorprese ce ne ha riservate davvero tante.

 

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